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The last of us Parte II: Analisi di un capolavoro (Atto 1)

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Quando ormai siamo agli sgoccioli dell’attuale generazione, ecco arrivare, come un fulmine a ciel sereno, il gioco più atteso e bollente dell'anno.Se ne è parlato a lungo, ancor prima che uscisse; adorato e criticato; vittima degli spoiler. Ora, a freddo, vogliamo affrontare e sviscerare finalmente la sua trama ed i suoi personaggi, senza filtri. Descriveremo e giudicheremo minuziosamente ogni capitolo ed evento, cercando di capire cosa rende quest’esperienza un grande capolavoro ed allo stesso tempo, le scelte che non abbiamo digerito. Per motivi di lunghezza, il corposo articolo sarà diviso in 4 atti, e verrà pubblicato a cadenza settimanale, ogni Domenica. Mettetevi comodi, perché voglio farvi riassaporare quelle atmosfere uniche, e dopo questo lungo viaggio, sarò curioso di sapere cosa vi ha lasciato questa immensa opera.

SPOILER ALLERT! Da qui in poi seguono spoiler di trama, siete avvisati.

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JACKSON: IL PROLOGO

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Joel, l'antieroe che abbiamo adorato nella parte 1, nonché l'ago della bilancia da cui è dipesa l'intera esperienza di TLOU, e dalla cui scelta finale scaturiranno tutte le vicende della Parte 2; giace a terra. Grondante di sangue. In fin di vita.

Ellie lo guarda negli occhi mentre è bloccata dai nemici, urlando ed implorandolo di alzarsi. Joel vorrebbe dire qualcosa.... per Druckman avrebbe dovuto gridare "Sarah" in punto di morte, guardando Ellie; per Troy Baker se ne sarebbe dovuto andare così com'è accaduto, in un assordante silenzio; svuotato di qualsiasi forza e privato di qualsiasi voce. La colonna sonora arrembante, ansiogena e progressiva, accompagna perfettamente il momento più potente dell'intera esperienza. Il sangue, la sofferenza, le urla di Ellie; primi piani alternati; un ultimo colpo di mazza da golf. Taglio a nero. Il momento è registicamente perfetto in ogni sua parte audio-visiva, la potenza e la sofferenza che trasmette è incredibile.

Un prologo epocale, una scena che pare girata da Tarantino in persona, ma col realismo ed il peso emotivo del suo autore e director Neil Druckman. Mai mi era capitato in un "videogioco" (ormai è riduttivo definirli tali, il medium va inteso, ormai, come un'esperienza a tutto tondo); di ricevere un colpo al cuore ed allo stomaco così duro. Quando ho assistito al primo colpo ti fucile, dritto sulla gamba di Joel ho gridato "noooo!!!", ero così coinvolto emotivamente, che ero lì, insieme ai fratelli Miller, seppur come spettatore passivo, e non potevo fare nulla, guardavo e gridavo impotente. Subito dopo la scena si vestono i panni di Ellie ed incomincia la spasmodica ricerca dei malcapitati fratelli. In quel momento, anche se non volevo crederci, una terribile e fastdiosa rivelazione, che cercavo di soffocare, si fece largo nella mia testa: non morirà Dina, come i Naughty Dog volevano farci credere, con i trailer costruiti ad arte, o meglio non sopravvivrà Joel, come i trailer lasciavano presagire! Geniale! In puro stile Kojima, il "metagioco" di TLOU 2 è iniziato già con i trailer; i "Cagnacci" hanno giocato con i nostri sentimenti, costruendo il materiale promozionale appositamente per distoglierci dal loro colpo di scena più forte, che per me era diventato anche scontato prima dell'uscita del gioco e dei trailer "ingannevoli"; ossia la morte di Joel. Mai mai mi sarei aspettato che sarebbe avvenuta così velocemente, così brutalmente, e soprattutto all'inizio del gioco! Ed uno dei limiti/pregi di the last of us part 2 sta tutto qui. Il colpo di scena iniziale, è effettivamente l'unico, se escludiamo in un certo senso il finale; ed è anche il momento più potente dell'esperienza; è il leit motiv dell'intero gioco, il deus ex machina dell'agire di Ellie. Ed è con questa amarissima consapevolezza che avanzavo verso il cottage, dove il nostro Joel ferito giaceva....MA NO! Non potevo e non volevo realizzare, non potevo capacitarmi! E mi dicevo: "vedrai che Ellie lo salva" ed ancora: "nei trailers lo si vede nelle scene successive all'inizio! Non può morire!" ma al contempo iniziavo a capire l'arte di Naughty Dog....Ecco! Il materiale pubblicitario era un depistaggio, che avrebbe dato ancora più forza al colpo di scena, perché è nel momento in cui entrai in quella maledettissima casa con Ellie, quel momento in cui smetto di "controllare passivamente" Ellie, e divento un tutt'uno con la ragazza; quando quei bastardi del WLF la atterrarono, il momento in cui si guardano per l'ultima volta negli occhi Joel ed Ellie...brividi. Lì ti levi ogni dubbio, lì metto le mani nei capelli e torno ad urlare "NO, TI PREGO!"....mazza da golf, colpo al cuore..... e quel maledettissimo taglio a nero.

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Per quanto possa fare malissimo, e sia tutto dannatamente crudo, è costruito alla perfezione, e funziona dannatamente bene, e che nessuno venga a dirmi il contrario, perché come sostenuto da Nughty Dog, -nessuno ama e rispetta il personaggio di Joel più di loro- e lo si capirà anche dai flashback. Semplicemente perfetto. Chapeau per Druckman e la Gross, chapeau! E pensare che quando tutto è iniziato, ero rimasto ammaliato nel rivivere il finale del primo, attraverso il punto di vista di Joel, che confessa tutto al fratello, Tommy. Di lì a poco, sarei stato ancora più sorpreso nello scoprire di giocare l'inizio nei panni di Joel, a cavallo, con quel panorama stupendo, la vista di Jacksonville e quell'illuminazione che ci fa dimenticare di stare su di una PS4...uno spettacolo a livello artistico e tecnologico. Eppure è lì, durante questo inizio terribilmente poetico, nei panni di Joel, vedendolo confidarsi col fratello e suonare per Ellie, che inzio a capire, che comincio a sentire i primi allarmi dentro di me...inizio a sentire che Joel nella parte 2 sarà importantissimo, importantissimo per la storia, ma importantissimo, soprattutto, perché dovrà morire. Ad un certo punto del prologo arriva lei, croce e delizia della storia, arriva Abby. Controllandola capisci che lei combinerà qualcosa di grave, non sai bene cosa all'inizio, ma la tensione ed il mistero sono costruiti alla perfezione. Naughty Dog mette subito le cose in chiaro, buttando nel calderone i suoi tre personaggi principali,  scoprendone le carte; facendoceli controllare e "gustare" tutti e tre, prima che succeda il disastro. Grazie a tutti questi accorgimenti, non esito a definire il prologo di parte 2 potente almeno quanto quello del primo TLOU. Ebbene sì, non chiamatemi eretico, nemmeno io avrei mai potuto credere di dirlo; eppure il prologo del secondo capitolo, seppur per motivi diversi, risulta potente quanto quello del primo; per alcuni lo sarà di più, per altri meno....questo sì, è soggettivo, ma non lo si potrà mai definire meno impattante, specialmente col senno di poi. Lo sviluppatore Californiano crea un incipit da applausi a scena aperta, un grandissimo atto di coraggio; sacrifica il personaggio simbolo del suo franchise per dare potenza e coerenza alla sua sceneggiatura, per creare un pretesto ed un contesto realistico alla storia di vendetta che vuole raccontare. Pensandoci bene, infatti, per quanto la morte di Dina, che tutti noi credevamo potesse essere la causa della sete di vendetta di Ellie, sarebbe potuta essere un valido motivo di partenza; lo sarebbe stato per Ellie, ma non sarebbe stato un motivo abbastanza valido e forte per noi giocatori. Questo perché non abbiamo passato abbastanza tempo con Dina, mentre abbiamo imparato a conoscere e ad adorare Joel nella precedente iterazione. Tutto ciò avrebbe creato un'alienazione e straniamento fra quello che proviamo e conosciamo noi, con quello che prova e che conosce Ellie, infatti la nostra eroina conosce Dina da un bel po' di tempo, ma noi no, quindi non potremmo avere per forza di cose la stessa empatia nei confronti della sua morte. Diverso invece il caso di Joel; diventato col primo capitolo un'icona dei videogiochi, vederlo morire così brutalmente e velocemente all'inizio del gioco, lascia l'effetto desiderato, un effetto molto più struggente rispetto a quello che sarebbe scaturito dalla morte di Dina, che avrebbe sortito un effetto molto più blando. Il voler sacrificare Joel ha reso il prologo di Parte 2, che  piaccia o no, indimenticabile ed immortale. 

Corsair

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